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Pasta all'amatriciana

19-11-2022 11:50

Prendiamoci del Tempo

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Pasta all'amatriciana

I gusti cambiano col mutare delle età e non sempre lo fanno in meglio. Il Moccuso me lo ripete sempre (si, non usa 'mutare' ma il concetto è questo) ogni ...

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I gusti cambiano col mutare delle età e non sempre lo fanno in meglio.

Il Moccuso me lo ripete sempre (si, non usa 'mutare' ma il concetto è questo) ogni volta che provo a propinargli un piatto che magari, nell'ingenuità della prima infanzia, riuscivo a fargli mangiare ma che ora mi viene bellamente respinto.

Dei carciofi, ad esempio, vi ho già raccontato.

Ultimamente mi iniziano a scricchiolare le cime di rapa; le bietole, andate da un pezzo; la salsiccia si, ma solo se è sotizzo calabrese (e questa è da intendersi giusto come annotazione didascalica visto che il mio orgoglio calabro gongola smisuratamente!); e potrei continuare.

Anche sul tetragono romano delle paste, negli anni, abbiamo avuto qualche oscillazione di preferenze.

La gricia, ancora va; la carbonara, dipende dall’umore; la cacio e pepe, ok ma ti sta facendo un favore enorme e in alcuni momenti neanche quello ti meriti e quindi è un NO!; e poi c’è la amatriciana.

E’ diventata il suo piatto preferito.

‘Però, papo, la devi fare cremosa come la sai fare tu’

Anche se, ancora, sinceramente non ho capito se me lo dice per farmi un complimento o se usa questo espediente per prendermi spudoratamente per i fondelli conscio del fatto che sa di toccarmi nell’orgoglio.

Strani, i meccanismi che si dipanano nel rapporto genitore-figlio.

Nulla che una bella sberla in forma di asserzione non possa risolvere:

‘Tranquillo, figliuolo: scuocio la pasta, la butto nel piatto e poi ci verso sopra il pomodoro con tutta quella sua bella acquetta’

‘Io ti odio, papo, quando giochi così con delle cose serie!’

Risposta che, di certo, suona più sincera di una moina! 😂


Il piatto

Difficoltà: bassa

Preparazione: 20 minuti

Cottura: in pentola e in tegame, sul fuoco

Dosi: per 4 persone

Costo: basso


Ingredienti

  • 350gr di pasta (io corta, ma fate voi)
  • 200gr di guanciale
  • 300gr di pomodori pelati
  • 150gr di passata di pomodoro
  • 180gr di pecorino romano
  • Pepe nero q.b.
  • 2 cucchiai di vino bianco
  • Sale q.b

Realizzazione

Quando si parla di piatti della tradizione, cerco sempre di approcciarmi in maniera direi quasi religiosa. Massimo rispetto. C’è anche da dire che, proprio perché piatti così radicati, ogni famiglia ha le proprie tradizioni. Io, come vedete, uso un ‘misto’ tra pomodori pelati e passata perché, da un lato mi piace sentire il pezzettone di pomodoro che ti esplode sotto ai denti ma, dall’altro, la cremosità che mi assicura la passata è a mio giudizio ineguagliabile.

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Iniziate a tagliare a striscioline il guanciale. Mettetelo in tegame (io uso padella d’alluminio) assieme ad una macinata di pepe nero e fatelo andare a fiamma bassa per farlo sudare e spurgare per bene.
Mettete su la pentola per la pasta.

Appena il guanciale si sarà tostato e avrà rilasciato tutto il grasso, tiratene via circa un terzo e mettetelo da parte: servirà per guarnire il piatto.
Sfumate con un paio di cucchiaiate di vino bianco e fate evaporare.

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Aggiungete, quindi la passata di pomodoro e fate cuocere per circa 5-8 minuti a fiamma sostenuta. 

Nel frattempo, credo che l’acqua della pasta stia bollendo: salate lievissimamente e buttate giù il formato che avrete scelto.

Aggiungete al sugo, anche i pomodori pelati: li metto dopo per lasciarli di proposito indietro di cottura e far si che risultino ancora lievemente ancora aciduli nel piatto.

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Scolate la pasta un paio di minuti prima della cottura indicata sulla confezione e tuffatela nella salsa. Aggiungete dell’acqua di cottura e andate a mantecare e andate ad ultimare la cottura: aggiungete, semmai, altra acqua.

Spegnete quindi il fuoco e, sempre mantecando, aggiungete una manciata generosa di pecorino romano (tenetelo sempre a temperatura ambiente) e altro pepe nero.

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Impiattate finendo con pecorino romano, il guanciale messo da parte all’inizio e ancora una spolverata di pepe nero.

Un bel bicchiere di vino rosso ignorante e… buon appetito!