Guardate: questa volta neanche sto a spiegarvi.
Non è una ricetta.
E’ una follia.
M’è preso, ultimamente, lo sghiribizzo che devo polverizzare qualsiasi cosa. Così, un giorno, mentre giocherellavo col cane in giardino mi son caduti gli occhi sulla fioritura di zagara del nostro arancio. Bellissima, odore profondo, intenso.
Devo usarla in cucina, e non facendone l’acqua di fiori d’arancio.
Magari me la secco.
Ma no, che sei scemo?!
Si, probabilmente.
Ah bene, almeno lo ammetti.
E mentre chiacchieravo tra me e me, ero già a raccogliere i fiori.
Il Piatto
Difficoltà: molto bassa
Preparazione: 4-5 ore
Cottura: in essiccatore
Dosi: per 100-150gr di polvere
Costo: molto basso
Ingredienti
- 1kg di fiori di zagara
Realizzazione
La raccolta
Intanto, inizio col dirvi che se non avete dove raccogliere della Zagara, tragicamente, non potete realizzare questa polvere
🤣😂🤣
La notizia, meno tragica, è che risparmierete in cure psichiatriche
😂🤣😂
Qualche appunto sulla raccolta.
Lasciate alla pianta qualche giorno di tempo dopo che i fiori saranno sbocciati: questo consentirà alle api di raccogliere tutto il polline di cui hanno bisogno. Probabilmente avrete una zagara un pò sgualcita e non candida come quando sboccia, ma avrete consentito alla Natura di fare il suo corso. Inoltre, durante la raccolta, usate un paio di accortezze. Prelevate solo la zagara necessaria lasciando alle api e agli altri insetti impollinatori il resto: depredare in natura, raccogliere indiscriminatamente per poi buttare via una volta tornati a casa, non è un gesto che possiamo permetterci ed è tanto incivile quando abbandonare un vecchio materasso in un bosco.
In secondo luogo, cercate di non staccare i fiori che ancora non sono sbocciati: così facendo, assicurerete un ciclo di qualche altra settimana agli insetti ed avrete assicurato all’albero una produzione di arance.
Una volta raccolta la zagara, separate i petali dal calice e dal resto (potrei tediarvi sciorinandovi il nome delle parti di un fiore ma ve lo risparmio 😂).
Se tutto ciò vi pare un’operazione da reparto psichiatrico, pensate al Tempo come lo penserebbe un giapponese: loro, per lo meno nella loro cultura tradizionale, lo dominano, non lo temono. E usano il tempo, la sua dilatazione, il suo ‘respiro’ per riconnettersi a pieno con i ritmi della natura. Un minuto può durare tanto o poco: dipende da come lo si vive.
Se ciò non vi ha convinto, guardate quanto è bello e rilassante starsene a raccogliere la zagara
Essiccatura
Per questa operazione vi consiglio davvero un essiccatore elettrico: ne esistono di diversi tipi e io ne ho uno da poche decine di euro che fa egregiamente il suo lavoro.
In alternativa, bisognerebbe usare il forno tenendo lo sportello semiaperto o, se vivete in un luogo ameno privo di smog e polveri sottili, una essiccatura naturale all’aria aperta.
Io, opto per l’essiccatore.
Temperatura a 45-55 gradi e si va per circa tre - quattro ore.
Stessa temperatura per il forno, in modalità ventilata.
La polvere
Eccoci qua.
Mixer a lame, macinacaffè elettrico oppure operazione manuale.
Io sono affezionato al mortaio in marmo e al setaccio.
Come ho fatto per le spezie della marmellata di qumquat, faccio per qualsiasi cosa io debba ridurre in polvere. Pesto nel mortaio, poi setaccio e ripesto quel che resta nel setaccio per poi ripetere il processo.
Fate come meglio vi viene e conservate, quindi, la polvere in un contenitore ermetico in frigorifero.
Piccolo suggerimento: se invece di ridurre in polvere i petali essiccati, voleste usarli per farne decotti o tisane, conservateli interi!
Come usarla
Trattatela come una spezia.
Io vi dico come la userei io (e di certo la userò e poi man mano vi metto qui tutte le ricette).
Ce la vedo benissimo nei dolci in generale: in aggiunta a pasta frolla, a creme pasticciere, in impasti biscotti, nella farcia di una pastiera (perché no!), all’interno di dolci lievitati come brioches, ma anche in aggiunta a dei pan di spagna.
Insomma … c’è da sbizzarrirsi, secondo me.
Continuo a pensare che siano di quelle cose che, una volta fatte, possano diventare l’ingrediente ‘segreto’ per migliorare un prodotto, in questo caso da forno.
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