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Fotografare il cibo: consigli per immagini perfette

10-01-2025 00:00

Prendiamoci del Tempo

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Fotografare il cibo: consigli per immagini perfette

Questa volta niente ricette. L'idea è stata quella di scrivere un articolo con qualche consiglio per realizzare delle foto ai piatti e, più in generale alle...

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Premessa

Questa volta niente ricette.

A seguito di una chiacchierata con Emma, è nata l’idea di scrivere un articolo con qualche consiglio per realizzare delle foto ai piatti e, più in generale alle nostre produzioni culinarie  dal momento che fotografare il cibo è di certo la fase che raccoglie tutti i nostri sforzi e ci consente di presentarli al pubblico che ci segue.

Sia chiaro: è un semplice racconte del ‘come faccio io’ e non ha alcuna pretesa di essere un manuale o una lezione. Me ne guarderei bene. 

La fotografia di piatti per un blog di cucina richiede sensibilità, attenzione ai dettagli e, soprattutto, conoscenza delle tecniche giuste. Quando si cerca di catturare l’essenza di un piatto, bisogna essere consapevoli che la luce, l’angolazione e la composizione giocano un ruolo fondamentale nel raccontare la storia del cibo.

Questo però non deve scoraggiarvi: se ci son riuscito io a fare foto decenti, ce la possono fare tutti!!!

Per questo voglio ringraziare in particolare Valentina, fondatrice e titolare del blog Profumo di Limoni, che mi ha insegnato tutto ciò che so sulla fotografia dei piatti. Il suo blog rimane per me l’unico vero riferimento in fatto di qualità fotografica e rappresentazione del cibo: un esempio perfetto di come un piatto possa essere valorizzato visivamente.

 

Anche se non è necessario avere una fotocamera professionale per scattare foto belle e nitide, è utile conoscere alcune nozioni di base e tecniche che possano fare la differenza. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, anche uno smartphone di buona qualità può essere una valida alternativa alla reflex, soprattutto per chi è alle prime armi. Con un po’ di pratica, il risultato finale può essere davvero sorprendente. 

Io per primo, scatto solo con smartphone: e si vede, direte voi 🤣😂🤣 

Però mi pare di riuscire a coniugare bene la qualità finale con l’impegno profuso: spendere migliaia di euro per una reflex digitale che poi non saprei neanche usare, non mi pare una roba particolarmente furba.

Premessa della premessa 😂

Ma come?! Ci parli di come fare le foto e l’articolo è composto di sole foto con AI!?!

E mo’ vi spiego.

Questa decisione è nata dall’esigenza di offrire esempi visivi immediati e chiari, dal momento che non avevo a disposizione scatti che rappresentassero perfettamente i concetti descritti. Tuttavia, il focus rimane sull’importanza di realizzare fotografie autentiche, che rimangono insostituibili per raccontare davvero il cibo e la passione che lo accompagna: cucinare, sporcare, allestire i set… tutto impagabile, credetemi! 

Quindi: non so cosa ne pensiate voi, ma io trovo interessante sperimentare come questo strumento possa integrasi nel flusso di lavoro che sta dietro alla costruzione di un articolo sul blog. Per le mie ricette, tranquilli tutti, continuerò a fotografare SOLO quel che avrò cucinato !!!

Iniziamo, va. 

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La luce naturale

La luce è il fattore principale che determina la qualità di una fotografia, e nel caso della fotografia di piatti, è particolarmente cruciale. 

La luce naturale è di certo la migliore alleata per esaltare i colori e le texture del cibo: se possibile, cerca di scattare sempre le tue foto vicino a una finestra, dove la luce naturale penetra in modo morbido. Tuttavia, è importante non permettere che il sole diretto colpisca il piatto, poiché potrebbe creare ombre nette e sgradevoli. In questi casi, puoi schermare la luce con dei tessuti o degli schermi professionali o amatoriali (sul web si trovano ottimi schermi a poche decine di euro), che permettono di diffondere la luce senza esporre il piatto a fonti di luce diretta. Questo ti aiuterà a ottenere un’illuminazione più morbida e uniforme, che valorizzi ogni dettaglio del piatto, senza compromettere la qualità dell’immagine.

Utilizzando la luce naturale e, ancora meglio, se potessi scegliere il momento della giornata quindi la luce dell’alba piuttosto che quella del tramonto ecc, non avrai bisogno di altre ‘macchinazioni’ per ottenere una buona qualità di illuminazione della tuo piatto.

La luce artificiale

Ahimè non sempre è possibile organizzarsi per avere la migliore luce naturale per scattare una foto. E allora?

Allora bisogna ricorrere alla luce artificiale che, con i giusti accorgimenti e un buon controllo totale sulla qualità della luce, ti permettono di creare foto di cucina di ottima qualità anche in ambienti con illuminazione non ideale.

Proprio per questo motivo, è importante dire chiaramente una cosa: non sarà mai possibile ottenere una buona fotografia di un piatto utilizzando luci improvvisate e impersonali, come quelle che spesso si trovano nelle cucine industriali o la luce del lampadario che abbiamo in casa. Queste luci, seppure sembrino la soluzione più scontata, ’C’è luce, il piatto si vede, scatto la foto!!!’, non sono adatte per la fotografia di cucina, in quanto non solo alterano i colori, ma creano un’atmosfera poco accattivante, che non esalta i dettagli del piatto. Niente ‘poggio sul tavolo e scatto’, quindi.

È fondamentale utilizzare fonti di luce controllabili e adatte, in modo da ottenere immagini di qualità che mettano in risalto la bellezza di ciò che fotografiamo.

Una delle soluzioni più versatili, efficaci ed economiche per chi fotografa cibo in maniera amatoriale è l’uso delle luci LED ad anello, note anche come “anular rings”, o a pannello. 

 

L’elemento distintivo di queste luci è il riuscire ad illuminare il soggetto in modo uniforme, riducendo al minimo le ombre dure.

 

Gli anular rings o le luci a pannello sono inoltre dimmerabili, con diverse tonalità di ‘temperatura’ e montati solitamente su cavalletti il che offre diversi vantaggi: intanto la possibilità di regolare facilmente l’intensità della luce e di variarne la tonalità, passando da una luce più calda a una più fredda; inoltre, è possibile regolare l’altezza dell’anello per ottenere diversi effetti. Se desideri una luce più soffusa, puoi alzare la luce e usarla come una fonte diffusa e ‘distante’ dal piatto. Al contrario, se preferisci una luce più radente che enfatizzi una texture della pietanza, puoi abbassare l’anello o inclinarlo e avvicinarlo al piatto, creando un’illuminazione laterale che mette in risalto le ombre e le sfumature della superficie.

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Un altro aspetto cruciale nell’uso della luce artificiale è l’importanza di lavorare con più punti luce. Utilizzare un singolo punto luce, seppur potente, potrebbe creare ombre indesiderate che potrebbero compromettere l’armonia della foto: un po’ come avere una finestra dalla quale entra il sole di mezzogiorno! 

Per annullare le ombre e ottenere una luce più morbida e uniforme, è consigliabile aggiungere luci secondarie. Questi punti luce secondari, spesso posizionati ai lati o dietro il soggetto, funzionano come luci di riflesso o di riempimento. Il loro scopo è quello di “smorzare” le ombre più dure create dalla luce principale e di creare un effetto più equilibrato, migliorando la tridimensionalità del piatto senza appiattirlo.

 

La chiave è giocare con l’intensità della luce: una luce principale potente combinata con luci di riempimento più soft o meno intense può farti ottenere effetti sorprendenti. Aggiungendo luci di riflesso, posizionate in modo strategico, puoi enfatizzare i dettagli più svariati, come la lucentezza di una salsa o la consistenza di un impasto, senza creare aree troppo esposte o scure. Questo approccio multi-luce ti consente di modellare il piatto, enfatizzando i suoi punti di forza visivi e riducendo al minimo le ombre poco estetiche.

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Composizione e sfondo

Un altro elemento fondamentale per ottenere una buona fotografia di un piatto è la composizione generale della scena.

Ora, io ultimamente poggio la roba sul tavolo, sistemo le luci e scatto 😂🤣😂 ma vi assicuro che uno sfondo e una composizione ben curati, sono un’altra cosa.

La scelta dello sfondo gioca un ruolo cruciale nel definire l’atmosfera e la presentazione del piatto. Gli sfondi neutri sono spesso la scelta migliore, in quanto non distolgono l’attenzione dal cibo e permettono ai colori del piatto di risaltare. Tuttavia, lo sfondo può anche essere un mezzo per aggiungere profondità e contesto alla fotografia. Personalmente, per le fotografie su Prendiamoci del Tempo, mi sono costruito delle tavole con dei ritagli di falegnameria, che ho poi dipinto con colori acrilici per utilizzarle come sfondi: dall’arancio al blu, passando per il grigio e il rosso così da abbinare, per contrasto, i toni tra sfondo e cibo in modo che si complementino a vicenda.

Sono più o meno delle robe simili a queste:

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Ad esempio, se il piatto è composto da ingredienti dai toni vivaci e saturi, uno sfondo più tenue può servire a mettere in risalto i colori del cibo, mentre per piatti più sobri e minimalisti, uno sfondo più ricco o strutturato potrebbe aggiungere profondità senza appesantire l’immagine. In altre parole, lo sfondo non è solo un “contorno”, ma un elemento che interagisce con il piatto e ne amplifica la percezione.

 

Un altro aspetto importante della composizione riguarda i cosiddetti “props”, ovvero gli oggetti aggiuntivi che si utilizzano per arricchire la scena. Questi possono essere ingredienti del piatto stesso, come una foglia di basilico o un rametto di rosmarino, un guscio d’uovo o un sacchetto di farina, oppure utensili da cucina, piatti, bicchieri o tovaglioli.

I props contribuiscono a creare una narrazione visiva, che aiuta a contestualizzare il piatto e aggiungere interesse alla fotografia. Ad esempio, per un piatto di pasta, un cucchiaio di legno o un pomodoro possono suggerire la freschezza degli ingredienti, mentre per un dolce, una spolverata di zucchero a velo o una tazza di tè possono evocare un’atmosfera di accoglienza e calore. È importante che questi dettagli non siano mai troppo invadenti, ma piuttosto complementari al piatto, in modo da valorizzarlo senza distogliere l’attenzione da esso.

 

Infine, non dimentichiamo la “pulizia” della scena: sebbene l’uso di props e sfondi ricchi possa essere molto efficace, è altrettanto importante non sovraccaricare l’immagine. Un piatto ben fotografato non ha bisogno di troppi dettagli per essere interessante. Spesso, la semplicità e l’equilibrio visivo sono le chiavi per una composizione riuscita. La disposizione dei componenti, la simmetria, o anche l’uso di linee guida naturali (come la posizione di una forchetta o una tazza vicina) possono aiutare a dirigere l’occhio dello spettatore verso il piatto senza distrazioni.

Vi lascio alcuni esempi.

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Angolazione e inquadrature

L’angolazione della fotografia è un altro elemento chiave che può cambiare radicalmente l’effetto finale della foto. In generale, una delle inquadrature più utilizzate e considerate “canoniche” per la fotografia di un piatto è quella a 45° rispetto al piano orizzontale del piatto. Questa angolazione è perfetta per molti tipi di piatti, in quanto permette di mostrare sia la superficie che la profondità del piatto, creando un buon equilibrio visivo tra il cibo e il piatto stesso. Ad esempio, se stai fotografando un piatto con ingredienti disposti orizzontalmente, come una pasta, una pizza o una porzione di carne con contorni, questa angolazione ti aiuterà a evidenziare la disposizione degli ingredienti, il loro aspetto e la loro consistenza, senza distorcere troppo la percezione delle dimensioni.

 

Tuttavia, non esistono regole fisse quando si tratta di angolazioni. A seconda dei piatti che stai fotografando, l’angolazione può variare notevolmente per sottolineare particolari caratteristiche del piatto. Per esempio, per piatti come insalate, dolci o pizze, un’inquadratura dall’alto, azimuthale, è spesso la scelta migliore. Fotografare dall’alto consente di cogliere l’intera composizione del piatto in modo completo, rendendo ben visibili gli ingredienti disposti su tutta la superficie. Questa angolazione è perfetta anche per piatti dove gli ingredienti sono disposti in modo geometrico o sovrapposto, come nel caso di piatti con salse, spezie o decorazioni particolari. Permette di apprezzare la simmetria e l’armonia della disposizione.

 

In alcuni casi, un’inquadratura frontale può essere invece la scelta giusta, soprattutto se il piatto ha una struttura verticale o se si vuole enfatizzare un particolare aspetto del prodotto. Un esempio classico è la focaccia. Se decidi di tagliarla a fette o di sovrapporre più strati, una foto frontale ti permette di mettere in evidenza l’alveolatura, ma anche la croccantezza della superficie e del fondo. Questo tipo di inquadratura è molto utile anche per piatti come hamburger, torte a più strati o qualsiasi cibo che abbia una “profondità” che può essere mostrata chiaramente attraverso una visione frontale.

 

La scelta dell’angolazione dipende quindi sempre da ciò che desideri sottolineare nella composizione. Se vuoi mettere in risalto la bellezza di un ingrediente principale, come una fetta di carne ben cotta o una fetta di panettone, l’inquadratura frontale potrebbe essere l’ideale. Se invece desideri mostrare la composizione complessiva del piatto e come gli ingredienti interagiscono tra loro, l’angolazione a 45° o azimutale dall’alto potrebbe funzionare meglio.

 

In definitiva, ogni piatto racconta una storia visiva, e l’angolazione che scegli per la tua fotografia è un modo per “scrivere” questa storia, dando risalto agli elementi che più ti interessano e creando un’immagine che sia visivamente accattivante e armoniosa.

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Editing e rifiniture

Anche dopo aver scattato una foto bellissima, l’editing è un passaggio essenziale per far risaltare al massimo ogni dettaglio. Utilizzare un programma di editing o semplicemente una delle tante app che oramai popolano i nostri smartphone, ti permette di regolare l’esposizione, il contrasto, la saturazione e la temperatura del colore. Ad esempio, se la luce che hai usato era troppo fredda, puoi riscaldarla un po’ in post-produzione per rendere i colori più caldi e invitanti. Inoltre, l’editing ti consente di correggere eventuali imperfezioni, come ombre eccessive, riflessi indesiderati o dettagli che non sono riusciti a emergere nel modo giusto durante lo scatto.

 

Un’altra tecnica utile in fase di editing è il “dodge & burn”, che consiste nell’illuminare alcune aree della foto e scurirne altre per dare maggiore profondità e contrasto. In questo modo, puoi enfatizzare la texture e la lucentezza del cibo, creando un effetto tridimensionale che rende l’immagine più vivace e appetitosa. Infine, il ritaglio è un altro strumento importante nell’editing: rimuovere eventuali elementi di disturbo o migliorare l’inquadratura può fare una grande differenza nel risultato finale.

 

Altro aspetto importante dell’editing è il controllo della profondità di campo, che può essere enfatizzata utilizzando l’effetto di sfumatura. Questo effetto consiste nel mantenere il primo piano ben a fuoco, lasciando lo sfondo leggermente sfocato, creando così una sensazione di maggiore tridimensionalità. Questo tipo di sfocatura è particolarmente utile per guidare l’attenzione dello spettatore direttamente sul piatto, eliminando qualsiasi distrazione dallo sfondo.

 

L’effetto di sfumatura è anche molto utile quando si fotografa un piatto con un background ricco o affollato: sfocando la parte dello sfondo, possiamo creare un contrasto che aiuti a far emergere il piatto principale, mantenendo un’estetica armoniosa e pulita. Questo tipo di editing, se usato con moderazione, può davvero esaltare la qualità visiva di una foto e renderla più professionale.

Ovviamente non posso lasciarvi senza prima avervi rimandato a qualche foto o ricetta qui sul blog di cui vado particolarmente fiero per il risultato fotografico ottenuto 😬

Conclusioni

Che confusione!!!

Io già vi sento mentre vi lamentate!!!

Però, se siete arrivati a leggere sino a qui, vuol dire che siete sulla buona strada.

Non bisogna scoraggiarsi se all’inizio tutto sembra complicato. La chiave è esercitarsi, e con il tempo si acquisiranno più competenze tecniche e una visione più chiara di come valorizzare i propri piatti. Un consiglio utile per migliorare rapidamente è quello di scattare tante foto, anche di piatti che non intendiamo pubblicare, perché la pratica costante è il miglior modo per imparare. Non abbiate paura di sbagliare: ogni scatto è un’opportunità per migliorare.

Io stesso, e voglio ribadirlo ancora una volta, faccio spesso foto pessime, che non mi piacciono e non pubblicherei neanche sotto tortura.

Però ho fatto una scelta: sul blog ho di proposito lasciato anche le foto ‘degli inizi’, in maniera tale che sia chiaro, principalmente a me, che fare meglio è sempre possibile e che soprattutto è un percorso di apprendimento continuo.

Come, d’altronde, in qualsiasi campo 😉

Ti è piaciuta la ricetta? Cosa aspetti: commenta!!!