'Ah figghjiu, domani la vue la pasta e pisella?!'
(Figlio, domani ti andrebbe della pasta con i piselli?!)
A molti di voi non dirà nulla questa domanda buttata lì a caso, ma posso assicurarvi che racchiude un mondo dentro.
Intanto quel 'figlio': alzi la mano chi pensa che a pronunciarla possa essere stata mia madre o mio padre. Ecco, abbassate le mani e stupitevi: mia nonna. Mia nonna ci ha sempre chiamato 'figli' tanto a me quanto a mia sorella vuoi perché ci ha fatto realmente da seconda madre vuoi perché una nonna racchiude in sé tanto di quell'amore che uno stenta anche a poterlo solo minimamente immaginare.
Non s'è mai vantata molto della sua cucina, fuorché per le focacce, le pizze e il pan di spagna che le venivano meravigliosi: l'ultimo della triade, però, solo nel forno che aveva nella casa vecchia, perché quello 'con le resistenze e le manopole moderne' le ha ucciso il sentimento e non serve ad un piffero di niente perché il pan di spagna non le si alza più come prima... quindi niente pan di spagna e saluti e baci.
Dicevo, mai vantata: ma i suoi piatti, invece, erano un concentrato di semplicità e sapori capaci di svoltare una giornata storta, in grado di riconciliarti con il mondo. Come la pasta con 'la pisella' (ancora oggi proviamo a chiederle il motivo di questa femminilizzazione ma ci risponde picche, derubricando e cambiando argomento con nonchalance!): cremosa, densa e dal sapore che altro non so come definire se non spesso. E nonna ci giocava il carico da undici quando la faceva: il pezzettino di carne salata o di lardo buttato lì in mezzo come una distrazione. Indegnamente, provo a spiegarvi come farla: simile, perché uguale è impossibile!
Il Piatto
Difficoltà: bassa
Preparazione: 60 minuti
Cottura: In tegame e in pentola, sul fuoco
Dosi: 4 persone
Costo: molto basso
Ingredienti
- 320gr di mezze maniche (io ho usato la Pasta Etna della AlbertoPoiatti)
- 200gr di piselli
- 60gr di lardo
- Qualche pomodoro pelato
- Mezzo bicchiere di vino bianco
- Una Cipolla rossa di tropea
- Olio E.V.O. q.b.
- Sale q.b.
Realizzazione
Intanto il tegame: se lo avete di coccio, nonna sarà felice. In alternativa, dice che anche un acciaio o un alluminio puà andar bene ma solo perché non le va di tirarvi dietro la ciabatta.
Versiamo l'olio evo nel tegame e aggiungiamoci la cipolla tagliata a rondelle. Aggiungete anche il lardo tagliato a tocchetti.
Ora, nonna se gli nominate il lardo, questa volta la ciabatta di prima ve la tira senza pietà: ci vuole la carne salata, che è della pancetta conservata e fatta maturare in orci dopo averla impepata e salata a dovere. Capisco però che non tutti abitiate a casa di nonna o abbiate la cantina piena di meraviglie calabresi; quindi, una buona alternativa a me pare essere il lardo e state tranquilli che nonna la rabbonisco io che so come parlarci.
Fate andare il soffritto a fiamma bassa e senza fretta e poi buttateci dentro i piselli (freschi o surgelati è uguale). Fiamma alta per i primi secondi, poi sfumiamo col vino, facciamo evaporare, aggiungiamo mezzo bicchiere d'acqua e poi copriamo e cuociamo a fiamma bassa per 15-20 minuti abbondanti..
Aggiungete quindi il pomodoro pelato e proseguite la cottura regolando di sale.
Una volta cotti i piselli, buttate la pasta in abbondante acqua salata.
Se, come me, userte una Pasta Etna , scolatela tre minuti prima del tempo indicato sulla confezione e unitela al sugo di piselli: altrimenti, un paio di minuti e state tranquilli anche con altre paste.
Iniziate a mantecare delicatamente aggiungendo qualche cucchiaio di acqua di cottura.
Una volta ultimato di cuocere, fate così: coprite il tegame col coperchio, mettete tavola e solo dopo servite e mangiate. Nonna insegna che queste paste devono 'riposare' una volta cotte, prima di essere mangiate.
Ah: buon appetito!!!
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